martedì 20 dicembre 2011

Due bionde per la Forestale


Da Cavallo Magazine nr269/2009. testo di Maria Cristina Magri
I pregiudizi sono duri a morire e quelli che riguardano le bionde sono particolarmente radicati, forse perchè l’invidia di chi è pigmentato in modo melanicamente più deciso fa fatica a rassegnarsi all’evidenza: una bella chioma dorata non pregiudica assolutamente altre qualità meno esteriori. Tant’è che il Corpo Forestale sceglie anche due sofisticate biondine per farsi rappresentare agli appuntamenti più importanti. E viene ripagato della fiducia con una serie di successi veramente notevoli: Giada e Gioia si sono fatte onore ovunque, facendo vedere sul campo quanto valgono due puledre che potevano sembrare solamente belle ed hanno invece dimostrato un ottimo carattere, capacità di lavoro e una grande affidabilità. Perché oramai lo avrete capito, le bionde di cui parliamo sono due splendide Haflinger di proprietà del Corpo Forestale dello Stato e più precisamente dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Pieve Santo Stefano, provincia di Arezzo. Sorelle da parte di padre (quel magnifico Ansgard 171/T che ha dato così tanto alla razza in termini di leggerezza ed eleganza) sono nate entrambe nel 2003. Portano con molto orgoglio l’affisso di Armena che contraddistingue i cavalli di razza Haflinger della Forestale nati qui, nel cuore della Riserva Naturale di Popolamento Animale di Formole.

La primavera deve ancora arrivare a questa altezza, siamo a 500 metri sul livello del mare. Le montagne attorno sono spruzzate di neve freschissima e l’Alpe di Catenaia sembra sia stata appena passata con lo zucchero a velo. L’aria è a dir poco frizzante e ci viene una gran voglia di farci scaldare dalle lampade ad infrarossi usate per asciugare i cavalli mentre aspettiamo che le due bionde vengano sellate: siamo nel centro ippico della Forestale di Formole, dai box si affacciano, curiosi, cavalli Maremmani e Haflinger. I soggetti in lavoro sono 28, non pochi per tre cavalieri soltanto: il sovrintendente Massimo Marrafini, l’artiere Loriano Pandolfi e l’assistente capo Filippo Fanfani. «Il cavallo alla Forestale serve per farsi vedere» ci dice il dottor Silvio Mencaccini, direttore dell’Ufficio Territoriale di Pieve Santo Stefano «il servizio più importante che svolgiamo in sella è quello della prevenzione dei reati. E l’Haflinger va anche dove non si arriva coi Maremmani: questa zona è caratterizzata da calanchi, dislivelli notevoli e zone di bosco fitto e basso, un cavallo di taglia modesta è molto avvantaggiato rispetto a quelli più imponenti».

Relativamente piccole (149 cm al garrese Giada, 150 per Gioia), fini e leggere nel modello come hanno da essere gli Haflinger del tipo moderno, le due cavalle conservano tutte le altre caratteristiche dei solidi montanari di origine sud-tirolese: facili da lavorare, volenterose ed estremamente affidabili. Le guardiamo mentre nel bel campo in sabbia del centro fanno sfoggio della loro verve: andature brillanti, il sangue che le scalda non si fa pregare per mettersi in mostra. Giada su un salto ci strappa un’esclamazione di ammirata sorpresa: l’ultima battuta era troppo vicina all’ostacolo e pur di non fare errore la cavalla salta di rimessa. Massimo non si lascia scomporre, ma non deve essere stato così facile evitare di finire per le terre. Oltre alla qualità delle cavalle abbiamo modo di apprezzare anche i due cavalieri: non soltanto per la bella posizione in sella ma soprattutto per la calma, la leggerezza delle loro azioni. Qui a Formole domano i puledri seguendo i metodi della monta naturale, «Un approccio etologico che ci permette di avere cavalli più docili e affidabili, più consapevoli in un certo senso» ci spiegano Loriano e Massimo.
Vediamo lavorare anche altri due gioielli dell’allevamento, i Maremmani Rinaldo e Quark di Formole: diversi come struttura e andature, più maestosi e compassati delle due Haflinger sono identici nell’atteggiamento rilassato e fiducioso. Quark è un castrone del 2004 che Massimo ci fa vedere montato prima con la Biteless Bridle del dott. Cook e poi completamente libero: obbediente e attento, è bello vederlo in un atteggiamento davvero naturale, l’incollatura portata avanti come se galoppasse scosso. Incredibile quanto la differenza sia notevole anche dopo aver tolto un’imboccatura così …poco imboccatura come la Biteless Bridle. Rinaldo invece è uno stallone di quattro anni di grande qualità, classificatosi 3° assoluto (e 1° come attitudine al salto) nel durissimo performance test 2008 dell’ANAM (Associazione Nazionale Allevatori del cavallo di razza Maremmana). Lo monta Loriano, addestratore e maniscalco nato in una famiglia di cavalcanti; ci racconta che «Rinaldo ha un carattere estremamente particolare, molto forte, è un capobranco e come tale sfida continuamente il proprio cavaliere. Ma sono proprio questi soggetti quelli che ti invogliano a lavorare, così finisce sempre che lasciamo troppo in scuderia quelli tranquilli e ci concentriamo sui più difficili. Con loro usiamo pazienza, pazienza e ancora pazienza, non è possibile volere tutto e subito. I puledri sono come adolescenti, cambiano carattere dai due anni e mezzo ai cinque. Procedere per gradi e senza scorciatoie ti garantisce di avere un cavallo stabile alla fine del lavoro, che non torna indietro e rimane fatto anche in mano ad un cavaliere meno esperto. In questo periodo poi riusciamo a vedere il mestiere che farà, quello che più si adatta alle sue qualità». Perché i cavalli nati qui lasciano il centro per essere destinati ai vari reparti a cavallo della Forestale. Diventeranno, a seconda dei casi, soggetti sportivi o per i servizi di rappresentanza, per il pattugliamento del territorio o da lavoro oppure fattrici e riproduttori. Quelli scartati, rigorosamente classificati “da vita” sui certificati per evitarne in ogni caso la macellazione possono essere acquistati dai civili tramite un’asta pubblica.
Il lavoro è finito e ci spostiamo ancora più in alto al centro aziendale di Armena per andare a conoscere le fattrici e i puledri non ancora domati. I cavalli sono allevati allo stato semibrado, solamente le cavalle in procinto di partorire vengono ricoverate in grandi capannoni dai quali possono comunque uscire a piacimento in un recinto a loro riservato. I puledri sono suddivisi per età e sesso e nello stesso branco ci sono sia Maremmani che Haflinger; le fattrici invece sono divise, baie toscane da una parte e bionde altoatesine dall’altra. Notiamo una radicale differenza di atteggiamento nei due gruppi che pure nella identica situazione (al loro interno c’è un puledro nato da pochissime ore) si comportano in modo molto diverso: le Maremmane fanno cerchio attorno al puledro e alla sua mamma, disposte fianco a fianco con il chiaro intento di proteggerli dagli intrusi. Le Haflinger invece non mostrano diffidenze di nessun genere, si occupano tranquille del loro fieno e nemmeno la madre si preoccupa quando ci avviciniamo a Perla, la prima Haflinger di Armena nata quest’anno. «Sono cavalli dall’indole completamente diversa» dice il dott. Silvio Mencaccini, Direttore dell'Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Pieve S.Stefano «e lo si nota anche quando li liberiamo nei pascoli: si formano due gruppi, gli Haflinger stanno con gli Haflinger e lo stesso i Maremmani. Ma quando sono rinchiusi nei recinti più piccoli, come adesso, si può stare sicuri che il capobranco sarà un Haflinger. Maturano prima dei Maremmani, rispetto a loro sono estremamente precoci e più collaborativi. D’altra parte il Maremmano ha avuto una selezione completamente diversa sia per apporti di sangue che per ambiente naturale: solo i più forti sopravvivono all’allevamento brado in Maremma, basti pensare all’alluvione dell’Ombrone che li decimò negli anni ’40. Solo i più rustici si salvarono».

Oramai il sole è alto e ci scalda a dovere mentre passeggiamo tra i recinti; ci fermiamo in un angolo riparato dal vento per le ultime chiacchiere che quando si sta in mezzo a gente con la stessa passione sembrano non finire mai. Chiediamo a Loriano e Massimo delle loro cavalle: se le scambiano tra loro? «Mai, ad ognuno la sua» esclama deciso Loriano «siamo troppo gelosi. Le abbiamo viste nascere: Gioia si capiva subito che sarebbe stata una cavalla speciale. Lei mi da tutto, non ha paura di niente e galoppa decisa contro qualsiasi cosa quando glielo chiedi». E Giada, chiediamo a Massimo? «Lei è esplosa a 30 mesi ed è una vera Miss: ha vinto il Best in Show a Fieracavalli 2005 ed è nervosa, emotiva, estremamente sensibile. Ma se la tratti con altrettanta sensibilità fa tutto quello che vuoi, e questa è vera soddisfazione per me». Giada e Gioia sono già diventate mamme, anche se per interposta cavalla: grazie alla collaborazione con la facoltà di Veterinaria di Pisa proprio qui a Formole si è messa a punto una particolare tecnica di embrio-transfert e una parte del centro è dedicata a questa attività. In questo modo Gioia e Giada hanno potuto trasmettere il loro patrimonio genetico senza smettere di lavorare, ché oramai sono quasi PR di professione: subito dopo il successo di Verona 2005 sono andate al Salone del Cavallo di Parigi per rappresentare gli Haflinger italiani. «Erano due puledre allora, solamente due anni e mezzo» spiega Massimo «e ci avevano chiesto di presentarle montate. Era una scommessa, ma è bastato guardarci un attimo negli occhi con Loriano per decidere e dare la nostra disponibilità. Ci sarei andato anche pagando a Parigi, le due cavalle sono state magnifiche perché abbiamo avuto pochissimo tempo per metter loro la sella eppure si sono comportate veramente in modo esemplare». Belle, bionde e brave quindi: sarà un caso, dottor Mencaccini? «Credo proprio di no: seguiamo attentamente il programma di monta che ci indica l’ANACHRAI, l’Associazione Nazionale Allevatori Cavalli di Razza Haflinger Italia e i risultati sono molto buoni. Negli ultimi anni l’ANACHRAI ha indirizzato la selezione ad un preciso piano di miglioramento di tutti i caratteri da cui dipende la buona cavalcabilità dei soggetti, e ha funzionato. Ovviamente i soggetti più belli morfologicamente (incollature più lunghe, spalle meglio conformate e arti corretti) sono anche quelli con le andature migliori, quindi più adatti a diventare una monta piacevole. Inoltre abbiamo aderito al loro progetto di salvataggio di alcune linee genetiche rare all’interno della razza, un fine che si sposa bene con la nostra vocazione alla Biodiversità». Si è fatto tardi, dobbiamo partire e ci tocca lasciare i nostri amici forestali troncando un poco i discorsi a metà; avremmo tante cose da chiedere e viene voglia di conoscere meglio questi boschi, il paesaggio attorno ci invita a percorrerlo ma dobbiamo proprio rimandare. Chissà, magari la prossima volta riusciremo ad avere uno dei biondi di Armenia tutto per noi, almeno per un giorno? Incrociate le dita, noi cominciamo a organizzarci.

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