
A volte, il Sistema naturale di Equitazione è stato seguito con una rigidezza e con un dogmatismo formale che non erano né previsti né voluti dallo stesso Caprilli, i cui precetti indirizzati ad una necessità ben precisa (l’addestramento militare) vennero estesi a situazioni anche molto differenti senza adattamenti né variazioni. In questo libro il generale Conte Fè d’Ostiani descrive gli antefatti ed il terreno sul quale crebbe poi il Metodo, illuminando molti angoli bui e sconosciuti ai più anche a causa di una storica durissima guerra di pensiero combattuta più su libri e riviste che nei maneggi o nei concorsi ippici. Per intenderci, la posizione di Fè d’Ostiani rispetto al vero senso delle parole di Caprilli (pochissime in confronto a quelle dei suoi allievi scrittori) non è certo quella tenuta dal Badino Rossi nei suoi scritti. Tra un Carosello ed una “grida”, tra una fotografia in costume ed una citazione accorta e ben mirata, il generale ci porta con grazia ed impeccabile lievissimo stile tra le apparenti frivolezze di un’arte che sotto la forma, nasconde sempre una solidissima sostanza che si palesa nella sicurezza con cui il narratore vola da un argomento all’altro passando sempre per collegamenti logici e storici inappuntabili. Veramente un raro esempio di indipendenza di pensiero, capacità di giudizio critico e obiettività storica il tutto riunito in una persona che amava proteggere sotto un’aria lieve e disimpegnata capacità e sensibilità notevoli, evidenziate proprio dal suo modo cosi volontariamente demodè di porgersi. Molto belli ed interessanti anche i resoconti delle varie manifestazioni storiche in costume che in quel periodo si ripetevano spesso in tutto il Regno, con tanto di informazioni precisissime ed accurate sulle modalità, usi, regole e costumi dei tornei medioevali.
Fè d’Ostiani, "L’Equitazione nei suoi differenti rami in Italia dal 1867 al 1931"- Fratelli Bocca Editori - Torino 1932
Nessun commento:
Posta un commento