giovedì 11 settembre 2008

Nonna Antonietta


L'11 settembre di un anno fa se ne andava la mia nonna Aia e oggi, esattamente nello stesso giorno, se ne è andata la mia nonna Antonietta. Tranquillamente, eravamo con lei io e mia mamma, erano giorni che non riprendeva quasi più conoscenza e sapevamo che aveva le ore contate: per quanto faticoso sia stato per lei arrivare sin qui almeno non è stato troppo duro staccarsi da tutto. Era la mamma di mia mamma, l'ultima nonna che avevo - non sono più la nipotina di nessuno ora. L'ultima carezza che mi ha fatto è stata a metà luglio, non riusciva più a parlare e muoveva con molta fatica solo la mano destra ma me l'ha fatta, non me la toglie più nessuno. Era piccolina, con mani e piedi sottili, delicati e minuscoli; aveva i capelli rossi come un'irlandese, gli occhi color cioccolato al latte e mi nascondeva sempre il vasetto di Nutella perchè non voleva che lo mangiassi tutto, doveva rimanerne per mio zio Gianni che era il suo figlio più piccolo e che ha pochi anni più di me. Mi aveva fatto regali molto belli: il primo libro di fantasy che ho letto me lo aveva regalato lei, era la Collina dei Conigli. Appena uscì la traduzione italiana lo prese per me nella cartoleria del suo paesino, perchè sapeva quanto mi piacesse leggere e quanto mi piacessero gli animali. Dico, in un paesino sperduto nella Bassa modenese come Rovereto, trent'anni fa o giù di lì e lei aveva fatto forse la terza elementare...ma aveva scelto un libro bellissimo che è stato il mio preferito per anni e mi ha fatto scoprire un filone intero, che non pensavo nemmeno esistesse. E poi mi aveva fatto un cuscinone da mettermi sopra i piedi d'inverno per scaldarli, e mi aveva regalato il mio primo anellino d'oro (un serpentino con la coda arricciata) e non si arrabbiava mai se non andavo spesso a trovarla, mi chiedeva dov'ero stata e se avevo fatto qualcosa di interessante mi ascoltava raccontare, senza dire niente ma voleva sapere tutto. Stendeva delle sfoglie infinite con il mattarello, sembrava che uscissero da sole srotolandosi da lì direttamente. Aveva avuto sette figli, sette, tre rossi come lei e quattro neri come mio nonno. Da ragazzina appena cresciuta abbastanza la prendevo in braccio perchè ero più grande di lei, e lei rideva e diceva di metterla giù che mi sarei fatta male. Oggi è andata via, ma almeno eravamo lì: ci ha fatto l'ultimo regalo e credo sia il più bello, perchè adesso so che non c'è da avere poi così paura. E' un po' come nascere, faticoso: ma lei era così brava a fare bambini che non ha avuto paura nemmeno di questo.

4 commenti:

Alliandre ha detto...

Che bei ricordi Crisse, ti mando un abbraccio forte :-)

Maria Cristina Magri ha detto...

Grazie carissima, un abbraccio grosso anche a te.

sfrisolo ha detto...

Abbraccissimo, dalla tua bella descrizione era una nonna fantastica!

Scusa il ritardo, ma ho internet fuori uso!

Maria Cristina Magri ha detto...

Grazie Babi, un abbraccio grosso anche a te! tra l'altro condiviadiamo i guai internet: al momento sto usando indebitamente il pc del pargolo, il mio l'ho portato alla disinfestazione grrrrrrrrr...hai presente la condivisione di un pc con un adolescente??????? approfitto di un suo allenamento, perchè dopo c'è da mettersi il coltello tra i denti :-)))

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