lunedì 29 novembre 2010

Il Norico: grande come le sue montagne.


pubblicato su Cavallo Magazine- testo di Maria Cristina Magri
Lo scriveva anche il dottor De Paoli nel 1931: la misura della sua mole sta quasi sempre in diretto rapporto con l’imponenza dei massicci delle varie zone di allevamento. E non è soltanto una questione di prestanza fisica, quando vedi un Norico pensi subito alle Alpi perché la gente che c’è attorno è gente di montagna, e perché i finimenti e il lavoro che lo vedi svolgere sono quelli che servono per vivere lassù, dove la vita era dura e selezionava uomini e cavalli. Il Norico è un vero cavallo da lavoro: potente, rustico, frugale, dal carattere dolce e disponibile ha attraversato i secoli adattandosi continuamente alle esigenze dell’uomo.
La sua storia
E’ considerata una delle razze più antiche d’Europa, discendente dei grandi cavalli, cosiddetti a sangue freddo, che popolavano l’Europa del Nord prima che l’uomo cominciasse ad allevarli e a modificarli con selezione e incroci con altre razze. I Celti nelle loro tombe dell’Età del Ferro hanno lasciato scheletri di cavalli di grande statura (Hallstatt, vicino a Salisburgo, è la culla della loro civiltà); l’Impero Romano aveva nella provincia del Noricum un famoso allevamento nel quale confluirono anche soggetti importati dalla Tessaglia e dal Veneto, e durante il Medio Evo qui si era già affermato un cavallo di tipo pesante, robusto e compatto. A metà del XVI secolo erano i monasteri ad occuparsi della selezione di questo cavallo così utile all’economia locale e nel 1574 a Salisburgo il principe- vescovo Jakob von Kuen Belasy imporrà di utilizzare solo stalloni autorizzati, ufficializzando le direttive di selezione. In questo modo la razza migliorò ulteriormente e alcune linee vennero notevolmente ingentilite da apporti di sangue napoletano e spagnolo: è da questi ultimi derivano i mantelli tigrati e pezzati, così apprezzati nel periodo Barocco dalla nobiltà che amava sfoggiare destrieri dal mantello particolarmente vistoso. Ma non tutti apprezzavano la piega elegante che avevano preso i Norici: a metà del 1600 i contadini salisburghesi fecero una sommossa e tirarono fuori dalle scuderie di monta gli stalloni troppo distinti e leggeri, reclamandone di più adatti alle loro necessità. Il Norico continuò quindi ad essere il più ricercato cavallo da lavoro delle zone alpine ed erano proprio i soggetti più imponenti che venivano mandati per le vecchie strade romane di tutto l’Impero Austro-Ungarico a trasportare merci, ambasciatori equini della potenza asburgica. Un buon nucleo di fattrici, circa 700, passò al Regno d’Italia assieme all’Alto Adige dopo la Prima Guerra mondiale.
Ritratto dal vero
Ma i Norici come sono dal vivo? Lo chiediamo a Fausto Del Pin, friulano di Udine, appassionato cultore della razza e orgoglioso proprietario di due fattrici iscritte al Libro Genealogico austriaco: «Sono maestosi, eleganti, sembrano davvero cavalli d’altri tempi; affettuosamente intelligenti, se pensano che una cosa si possa fare in modo diverso da quello che proponi te lo fanno capire in modo dolce, senza mettersi in opposizione. E poi non sono semplicemente una razza, i Norici sono un percorso culturale: si portano dentro la nostra storia, la nostra montagna e tutto il lavoro fatto con noi». Così sono i Norici, profondamente radicati nella cultura locale. Che come per tutti i popoli di origine celtica è fatta anche di leggende, come quella del sole portato in alto ogni giorno da due cavalli…come due? Ma erano quattro, guidati da Apollo in persona. «Nella mitologia romana e greca sì» continua Fausto «ma io parlavo di quella celtica, secondo la quale il Sole era trainato in cielo da due cavalli. Norici ovviamente: per questo bastava una pariglia».
Caratteristiche di razza:
Il Norico è un cavallo brachimorfo a sangue freddo: l’altezza media va dai 155 ai 165 cm. al garrese, lo stinco misura dai 21 ai 25 cm. Come altre razze antiche è lento in fase di accrescimento ma molto longevo e resistente, fertile ed energico sino a tarda età. Il mantello più frequente è il morello seguito da sauro, baio, grigio ferro testa di moro, tigrato (maculato in nero o marrone su mantello grigio) e più raramente pezzato. Le linee di sangue attualmente rappresentate derivano da cinque stalloni capi- razza: Vulkan, Nero, Elmar, Schaunitz e Diamant.

Dove trovarlo:
La culla dei Norici è Salisburgo (tipici del distretto di Pinzgau i tigrati dal modello imponente) ma il territorio di produzione comprendeva storicamente anche Alto Adige, Tirolo, Voralberg, Stiria, Carinzia (da cui provengono gli Schaunitz, pieni di temperamento) parte della Baviera , Boemia (Repubblica Ceca) e Carniola (Slovenia). In Italia il Libro Anagrafico del cavallo Norico è tenuto dalla Federazione Provinciale Allevatori Cavalli di Razza Haflinger dell’Alto Adige. I prezzi: per un puledro di ottima genealogia si possono spendere dai 1.500 ai 3.000 Euro, sino ai 12.000 per le femmine di ottimo modello e super titolate. Per un castrone di tre anni si va dai 2.500 ai 3.000 Euro, mentre le fattrici di qualità possono arrivare anche a 25.000 Euro.

Un piccolo appunto
Da un anno l’Associazione Italiana Allevatori ha abolito la valutazione delle femmine per l’iscrizione al Registro Anagrafico, assimilando quindi il Norico in Italia alle popolazioni equine in via di estinzione e creando i presupposti per un deciso scadimento della qualità dei futuri puledri. Da notare che in Austria il Norico è la razza equina più consistente: 10.000 soggetti iscritti, pari al 75% della popolazione totale.
Per saperne di più:
Libro delle origini della razza Norica in Italia - Ferrara 1931

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