lunedì 15 dicembre 2008

Palii, stocchi e speroni

Da "Lo Scaffale dei Classici" di Cavallo Magazine:

I Palii erano spettacolo comune in moltissime città italiane, nei secoli passati, ed esistevano precisi regolamenti resi noti tramite bandi pubblici. Uno di questi che abbiamo ritrovato elenca fin nei più minuti particolari quel che s’aveva da fare per i Palii (più d’uno durante l’anno, quindi) nella città di Modena, nel 1677: i cavalli dovevano essere approvati da una apposita commissione di Deputati, e accuratamente descritti nei registri per segni di mantello, marche, nastri e penne onde risultare perfettamente riconoscibili. Orpelli, sonagli e specchi erano proibiti, perché potevano spaventare gli altri concorrenti pregiudicandone la performance in modo irregolare; la puntualità era d’obbligo o si era esclusi dal Corso, che terminava nel punto preciso dove era esposto il Palio. Uno degli doveri imprescindibili per il proprietario del cavallo vincitore era quello di pagare le mance dovute ai donzelli della città, al torreggiano ed ai trombettieri, nonché alla persona che gli avrebbe portato il Palio a casa. Questo non era l’unico premio previsto: al secondo andava uno stocco (corto spadino affilatissimo), e all’ultimo arrivato…un bel paio di speroni!
Capitoli da osservarsi nel far correre i Palii, Città di Modena -1677.

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