lunedì 8 dicembre 2008

Poche chiacchiere, tanti cavalli.


Da "Lo Scaffale dei Classici" di Cavallo Magazine:
Negli anni trenta dello scorso secolo in Italia tutto quello che si poteva fare per esaltare le produzioni nazionali veniva messo in opera, e di solito in modo molto scenografico. In quel clima generale di compiaciuta ed autarchica rusticità quindi, il più nobile prodotto degli italici pascoli aveva diritto ad essere onorato come si deve: tra le tante celebrazioni del primo decennale fascista, una venne dedicata alla Rassegna Ippica. Cavalli asini muli, c’erano tutti i migliori, i più belli. Erano gli ultimi giorni del mondo dei cavalli, erano gli ultimi anni di pace. Ma ancora non si sapeva, tutto sembrava felice, il sole cantava su mantelli e finimenti, e in questa bella raccolta di immagini possiamo ancora guardare negli occhi tutti i protagonisti: le ultime fattrici derivate orientali dell’antica razza del Piave, avelignesi leggeri e sottili, tutti pettinati secondo la stessa moda con le code e le criniere bionde rese frisée dalle treccine sottilissime disfatte la sera prima, lipizzani solenni, asini bioccolosi e tutti stretti uno all’altro come scolaretti timidi alla prima gita scolastica, murgesi per la prima volta chiamati murgesi ma quasi uguali a quelli di oggi (appena qualche stellina in fronte qua e là), gli orientali siciliani, i trottatori dell’Emilia, i purosangue delle più titolate scuderie, non manca nessuno. E di fianco ci sono i loro uomini, proprio quelli che li han fatti e stanno così bene vicini, sembrano costruiti delle stesse esperienze. La cosa divertente è notare il progressivo crescere in eleganza degli abiti degli uomini, man mano che si va verso il Sud: gli altoatesini hanno gli scarponi robusti dei montanari e i cappellacci di feltro, gli emiliani blusotti di rigatino e fazzoletto al collo, i toscani già sono più composti e formali stretti nelle giacche da buttero, i pugliesi lindi nelle uniformi del Deposito Stalloni ma assolutamente nessuno raggiunge lo chic dei catanesi: compresi gli asini stalloni di proprietà del Deposito, elegantissimi, montati a sella in una speciale ripresa. Tutti in appiombi, tutti seri e corretti e con le orecchie sull’attenti, uno spettacolo di finezza resa impagabile dai protagonisti che guardano in camera con tranquillissima sfacciataggine e sembrano dire “Au, ma picchì mi stai taliannu?”. Oltre alle tante belle fotografie ci sono anche le tavole illustrate di Scaccia Scarafoni, perfette nel descrivere il tipo ideale di ogni razza.
"Rassegna ippica del decennale" - Ministero dell’agricoltura e foreste, Stab. Salomone (sic!) - Roma 1934

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