
Mantelli semplici:
Morello: può essere deciso, maltinto (d’estate specialmente se lasciati al pascolo al sole, i cavalli morelli possono sembrare bai oscuri ma si tratta solo di uno scolorimento dei peli, proprio come i capelli di alcuni diventano biondi al mare) , corvino (lucente).
Sauro – peli dal biondo al rossastro, più o meno scuri (chiaro, dorato, scuro o bruciato etc.) . Se i crini sono più chiari del mantello base si dice sauro lavato, come sono ad esempio gli avelignesi. Il mantello denominato Palomino è un sauro lavato con crini bianchissimi.
Bianco – in pratica soltanto i cavalli albini, in quanto hanno pelle, crini e peli bianchi.
Mantelli composti:
- composti a due colori separati (corpo di un solo colore, crini ed estremità neri);
Baio – mantello marrone, dal rossastro al quasi nero in tutte le tonalità ma con crini ed estremità neri.
Isabella – mantello giallastro più o meno chiaro con crini ed estremità neri, non raramente associato a zebrature degli arti specialmente nelle razze più rustiche e pure (pony fjord, ad esempio). Questo mantello si chiama così in onore di una Isabella, Duchessa d’Austria, che fece voto di non cambiarsi la camicia sino a che il marito non fosse tornato dall’assedio di Ostenda: cosa che si verificò soltanto dopo due anni. La camicia da immacolata che era diventò, appunto, giallastra con estremità decisamente più scure. Tanto eroismo, valeva bene una dedica!
Sorcino – mantello grigio topo, estremità e criniera nere;
- composti a colori mischiati tra loro:
Grigio – peli bianchi e neri mischiati in vario modo tra loro (pomellato, storno, grigio ferro testa di moro, etc.), ed in proporzioni variabili. Con l’età del cavallo i peli bianchi generalmente aumentano fino a farlo sembrare bianco. Un cavallo destinato a diventare grigio nasce solamente se lo è anche almeno uno dei due genitori, ed il suo mantello alla nascita non è grigio ma sauro, o baio, o morello. Il grigio non era considerato un mantello da Federico Tesio (il più grande allevatore di cavalli, purosangue e non) perché non si comporta come tale ma piuttosto come una malattia, innocua per il cavallo ma comunque come un precoce senilità del mantello.
Ubero – peli gialli e bianchi mischiati, in vario modo (fior di pesco, falbo, millefiori, etc.)
Roano – peli mischiati bianchi, neri o rossi (e può essere secondo la prevalenza di questi chiaro, carico o vinoso).
Infine, ci sono i mantelli pezzati: tutta le varietà descritte sopra, con in più pezzature bianche, derivate da zone più o meno vaste di pelle de-pigmentata sulla quale crescono peli bianchi; le razze Paint e Pintos possono avere due tipi di pezzature differenti, chiamate overo e tobiano a seconda delle proporzioni e della distribuzione del colore. Si raggiunge il massimo della fantasia sui cavalli leopard, generalmente Argentini o Appaloosa ma anche Norici e Knabstrup, che hanno macchie scure su pezzature bianche che insistono su mantelli bai o morelli, randomize.
Se il mantello è privo di “bianco” (balzane più o meno calzate, pezzature, stelle o liste) si dice zaino, cioè uniforme. Da notare che queste macchie bianche sono, come le pezzature, zone de-pigmentate di pelle rosa sulla quale nascono soltanto peli bianchi (dalle balzane in corona, anche l’unghia nasce chiara). Questi segni caratteristici nascono col puledro e non possono cambiare, mai, durante tutta la sua vita. Non bisogna confonderle con le macchia bianche di origine traumatica che tanti cavalli hanno sotto la sella, sul naso, agli arti od in ogni parte del corpo sottoposta a sfregamenti, compressioni e traumi vari.
Se sono presenti macchie tondeggianti di tono più scuro o più chiaro rispetto al colore di base, si dice che il mantello è pomellato.
Se presenta pochi peli bianchi sparsi in modo non uniforme, si dice rabicanato.
Al mantello e al numero di balzane dei cavalli sono legati, presso tutti i popoli, proverbi e modi di dire più o meno realistici anche se già nella metà del milleseicento il Santapaulina, Cavallerizzo e Responsabile delle Scuderie del Granduca di Toscana, tacciava come vecchie e sciocche dicerie queste attribuzioni di qualità o difetti in base a mantello e segni caratteristici, fermo restando che “ i cavalli con grandi macchie bianche sono più linfatici degli altri, e maggiormente soggetti a malattie della pelle sulle estremità bianche…quindi si spiega perché abbiano avuto una cattiva stampa” (da Tesio, “Il purosangue animale da esperimento”, op. cit.). Ma il fatto che i balzani da tre siano considerato cavalli da Re, ancora oggi li fa preferire come monta per i porta-stendardi dei reparti di cavalleria; il sauro è considerato dagli arabi come il più probabile vincitore in resistenza sulle lunghe distanze, e i cavalli pezzati nel XIX secolo erano considerati poco eleganti e chiassosi, poco adatti alle vere signore.
Ma un proverbio sempre valido al proposito esiste: se il cavallo è buono e bello, non guardar razza o mantello.
Nota: Una parte dei deliziosi e cerebralmente tonificanti scritti di Tesio verte proprio sulle leggi che regolano l’ereditarietà dei mantelli e le sue teorie sulle balzane, teorie (come quella dell’occupazione, basata sulla teorica primitiva esistenza di una razza albina incrociata in seguito con un altra di tipo baio e sauro e che lascerebbe segno di sé appunto in balzane e pezzature) considerate di solito con sufficienza per via di certi aspetti piuttosto empirici.
Eppure queste teorie sono confermate da una piccola mandria di asini sulle colline reggiane: presso l’allevamento Ortalli, ci sono alcuni piccoli somarelli grigi dell’Amiata. Incrociatisi con i bianchi dell’Asinara (albini puri) pure presenti nella stessa tenuta, sono nati asinelli pezzati bianchi e grigi. Questi inediti somari paint sono la conferma vivente delle teorie di Tesio, il raffinatissimo ed intelligente creatore degli elegantissimi Nearco e Tenerani, e del mitico, imbattibile Ribot.
2 commenti:
ma sia che anche i treni sono color isabella?
ciao
Ehehehehe....no quelli cono color pulce o meglio, color cimice :-(
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