E' appena passata la banda sotto casa mia: si festeggia ancora il 150° dell'Unità d'Italia, ci sono anche i bambini delle scuole del quartiere. Stavo facendo "i fatti", ma ho tolto al volo piumini e cuscini dalle finestre quando ho sentito che stavano arrivando - già mi dispiaceva non essere con loro, ci mancava che lasciassi un disordine da pulizie di primavera mentre sfilava il tricolore.
Lo zio, colonna storica della banda musicale del Comune, oggi "ciòca i piàt" invece di suonare il sassofono cone al solito, l'età comincia a farsi sentire ma col cappero che sarebbe mancato in una occasione del genere, vecchio partigiano che non è altro.
Lo zio, colonna storica della banda musicale del Comune, oggi "ciòca i piàt" invece di suonare il sassofono cone al solito, l'età comincia a farsi sentire ma col cappero che sarebbe mancato in una occasione del genere, vecchio partigiano che non è altro.
Io ho tirato fuori il mio tricolore e ho aspettato, affacciata al balcone. C'era mezzo vicinato dietro la banda e buona parte dell'altra metà era ai lati della strada che sorrideva o affacciato alle finestre, che non sono l'unica a dover concentrare il grosso dei lavori domestici nei ritagli di tempo.
I ragazzini erano bellissimi, si guardavano intorno come a controllare che negli occhi della gente si riflettesse quello che sentivano loro e qualcuno salutava con la sua bandiera.
Non tutti, qualcuno: ma quelli che lo facevano erano decisi, non impacciati nè ridanciani. Tante erano ragazzine, e se alzavano gli occhi e mi vedevano che in risposta agitavo il mio sorridevano, limpide.
Uno, uno solo a un certo punto si è lasciato andare e gli è partito un "Viva l'Italia" che gli avrei dato un bacio dal gran che era bello: semplice, allegro, senza fronzoli, portato in giro da una voce chiara e fresca.
E allora mi è venuto il pensiero che chi non voleva festeggiare il compleanno dell'Italia non aveva paura dei costi o delle giornate di lavoro perso, no: chi non voleva festeggiare aveva paura di questo ragazzino che ha gridato "Viva l'Italia".
E crescerà.
3 commenti:
Cara Maria Cristina sono onorato di essere tuo amico, ringrazio la Famiglia Pasquinucci e Matteo Ricci che mi hanno decantato la tua passione per gli amati CAVALLI...... il tuo sentirti orgogliosamente ITALIANA carica di un'elevata cultura civica. A presto e, vedi di scappare con marito e pargolo in quel di Via del Comune.
...leggendoti ho sentito il suono della banda: - che bello, "che bellissimo" ! Un caro saluto, Raffaele
Grazie Alda, grazie Raffaele: con tutto il cuore, perchè è proprio bello essere compresi.
Baci :-)
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