lunedì 25 agosto 2008

Per fare un cavallerizzo ci vuole...un gentiluomo colto!



Questo è in definitiva il pensiero di Claudio Corte, letterato e cavallerizzo di Pavia che dedicava questa sua opera ad illustrare minutamente ogni aspetto che avesse attinenza con l’equitazione, i cavalli, il loro allevamento e la loro cura e il modo di governarli, e le persone addette a queste mansioni. E per spiegare come mai tante sfaccettature diverse tra loro concorrono a comporre la figura unica e apparentemente distaccata da tali minuzie di un perfetto cavallerizzo di Corte, usa il classicissimo escamotage di ambientare in un giardino una filosofica discussione tra amici: riporta così, parola per parola, l’arguto e cordiale duello di parole e di idee che avviò con Fra’ Prospero, cavaliere milanese di grande fama e cultura e che faceva la parte dell’avvocato del diavolo e chiedeva ragione del perché un cavallerizzo si dovesse occupare di tante cose che non fossero il semplice montare a cavallo. Da notare che alla tenzone verbale, tenuta nel dilettevole giardino di Agostino Chigi, assistevano il gentiluomo Giambattista Pignatelli, messer Roberto mantovano, l’illustrissimo Signor Giulio Orsino e belle dame e altri cavalieri e nobiluomini famosi dell’epoca: una vera fortuna poter assistere anche noi, dal nostro angolino di futuro, e farci tener compagnia da tanti protagonisti della storia dell'equitazione, e non solo di quella.

Il cavallerizzo, di Claudio Corte – appresso Giordano Ziletti all’insegna della Stella, Venezia MDLXII

Nessun commento:

Post più popolari

Powered By Blogger